Il FMI raccomanda versioni di emergenza per prevenire la stagnazione nell’Eurozona

Nonostante gli indicatori positivi come la bassa disoccupazione e l’inflazione controllata, la società riconosce rischi significativi, tra cui tensioni politiche geografiche, bassa produttività e invecchiamento della popolazione.
L’International Monetary Fund (FMI) avverte che la zona euro è in pericolo di essere economicamente stabile se non va avanti con profonde riforme architettoniche. La società gestisce solo lo 0,8% della modesta crescita economica entro il 2025.
Nonostante gli indicatori positivi come la disoccupazione nel minimo storico e sull’inflazione controllata, il FMI ha ritenuto che questi segni non fossero adatti al contributo alla crescita economica a lungo termine. Al contrario, riconosce più rischi che soluzioni nell’attuale contesto europeo.
I principali ostacoli includono tensioni geopolitiche e commerciali, bassa produttività, invecchiamento della popolazione e scarse prospettive di crescita – in conformità con il FMI, mette la zona euro nel percorso della stagnazione.
La raccomandazione è chiara: le riforme sono necessarie per aumentare l’economia. L’FMI propone un ulteriore ambiente di controllo abile, l’accelerazione dell’Unione dei Capital Markets, l’integrazione del rafforzamento del rafforzamento della mobilità del lavoro e del mercato del carburante dell’Unione nello spazio europeo.
Secondo le stime del fondo, l’aumento del mercato unico nel PIL della zona euro nel prossimo decennio indica un aumento del PIL della zona euro.
Il FMI rafforza anche la necessità di aggiustamenti di bilancio, in particolare nei paesi con debito governativo di alto livello. Ad eccezione della Germania, tutte le economie della zona euro raccomandano che entro il 2030 il PIL raggiungerà l’1,4% del surplus di costruzione primario.
Nel caso del Portogallo, il governo ha fatto un surplus di surplus dello 0,3% quest’anno e almeno il 2% di crescita economica in conformità con le nuove aspettative del FMI.