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La conferenza delle Nazioni Unite si sviluppa nella difesa degli oceani in belle promesse

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Il programma ha aggiunto 80 leader mondiali per discutere della difesa e dell’uso sostenibile degli oceani, in particolare la mancanza degli Stati Uniti. Nei temi centrali, l’estrazione del mare profondo e l’attuazione di questo accordo, che mira a proteggere la biodiversità del mare nelle acque internazionali.

La terza riunione delle Nazioni Unite sugli oceani è iniziata martedì, con la promessa di cambiare il percorso della protezione marina globale: l’accordo sul mare superiore deve entrare in vigore l’anno prossimo.

134 paesi firmati e 49 verifica ufficiale – incluso il Portogallo – il documento storico è vicino a diventare realtà, e ora l’adesione di altri 11 paesi per raggiungere il minimo legale 60 certificati.

L’incontro porta 80 capi statali e governativi con un semplice obiettivo: trovare modi più efficaci per proteggere gli oceani e promuovere il loro uso costante. Tuttavia, c’è un peso di peso – e non si chiede più. Come realizzato nelle precedenti edizioni, gli Stati Uniti hanno deciso di boicottare l’incontro.

La posizione degli Stati Uniti riflette i dubbi dell’amministrazione Trump in merito alle questioni ambientali. L’ex presidente ha ritirato gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi e recentemente, dal Pacifico all’estrazione mineraria nelle acque internazionali, questa decisione non è d’accordo direttamente con le questioni nella discussione.

L’estrazione del mare profondo, ovviamente, è uno dei punti focali dell’incontro. Ad oggi, 36 paesi hanno accettato i divieti temporanei per il loro sfruttamento, di cui il Portogallo è diventato il primo paese europeo a imporre il divieto entro il 2050 di marzo di quest’anno.

La proposta è stata accettata con i voti contro l’Arrivo e l’iniziativa liberale in Parlamento e risponde alle crescenti preoccupazioni scientifiche sugli effetti irreparabili di questa azione sugli ecosistemi oceanici.

L’accordo con il mare più alto, che è stato approvato nel 2023 dopo quasi due decenni di negoziati, apparteneva a qualsiasi giurisdizione nazionale ma mirava alla protezione della biodiversità nelle aree marine. L’ospite della conferenza è fiducioso che Macron sia fiducioso e ritiene che l’accordo sarà ufficialmente applicato all’inizio del 2026.

Nonostante l’assenza di assenza, gli attuali leader cercano di rafforzare l’impegno di massa: il futuro del pianeta blu dipende dall’istituzione e dalle decisioni di emergenza.

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