Giovedì 3 aprile 2025 – 08:19
L’Istituto di standardizzazione marocchina ha rilasciato una dichiarazione, che è stata raggiunta da Hespress, in cui risponde Un articolo pubblicato intitolato “Il Paese Country chiede un’indagine amministrativa”Ha spiegato che l’ufficio sindacale di cui l’articolo parlava non rappresenta più solo due membri, dopo le dimissioni di tre membri, e le dimissioni che “giustificano il contenuto della dichiarazione rilasciata dallo scrittore pubblico, considerando che i dati pubblicati da quest’ultimo esprimono solo la sua opinione personale”.
L’Istituto ha sottolineato che l’Ufficio sindacale “non ha svolto alcuna attività che rientri nelle sue responsabilità dalla sua fondazione, ma piuttosto si è mosso solo in questioni relative agli interessi personali e alle indebite aspirazioni professionali”. Ha anche riferito che “l’amministrazione, nonostante la sua mancanza di una copia della legge di base dell’Ufficio sindacale o degli emendamenti a cui è stata trattata costantemente con le esigenze oggettive degli utenti dell’Istituto, ma ha rifiutato e rifiutano qualsiasi esigenza di natura personale”.
La stessa fonte ha ritenuto che “la dichiarazione sindacale è stata in collaborazione con l’organizzazione delle partite professionali e le operazioni di appuntamenti nelle posizioni di responsabilità, che riflette un tentativo di fare pressione sull’amministrazione”, e ha ritenuto che “lo scrittore generale non ha emesso alcuna dichiarazione circa due anni fa, per tornare oggi con accuse risalenti a dieci anni”.
La stessa istituzione ha aggiunto che “questa campagna coincide con le misure amministrative che l’amministrazione intende assumere contro alcuni utenti che non aderiscono ai loro doveri professionali e soffrono di mancanza di produzione, nonostante il loro beneficio da tutti i diritti e privilegi”. Ha sottolineato che “la libertà di lavoro sindacale è garantita dalla forza della legge, mentre l’affiliazione sindacale non concede privilegi e non esonera dagli obblighi professionali”, rilevando che “poiché l’istituzione dell’Ufficio sindacale è stata detenuta dall’amministrazione. Diverse riunioni con i suoi rappresentanti alla presenza alla presenza della presenza della centralizzazione del commercio, dove tutte le richieste oggettive sono state risposte.
L’Istituto marocchino di standardizzazione ha aggiunto che “tutte le bugie e le accuse dichiarate nella dichiarazione dell’Unione non sono altro che un tentativo di liquidare conti speciali”, notando che “mantiene il suo diritto di ricorrere alla magistratura per dimostrare la falsità di queste accuse”. Per quanto riguarda la gestione del marchio nazionale “halal”, l’Istituto ha spiegato che “questa questione viene svolta in collaborazione con il Consiglio scientifico supremo, che è presieduto dal comandante dei fedeli”, e che “qualsiasi dubbio sulla credibilità della gestione di questo segno danneggerebbe gli interessi dei beneficiari del marocchino, così come gli interessi stranieri.”
L’istituto ha concluso la sua dichiarazione sottolineando che ciò che ha descritto come “attacco sistematico” che la fondazione è esposta agli obiettivi a “influenzare le sue prestazioni, nonostante i successi che ha ottenuto nel promuovere la competitività dei prodotti marocchini e della protezione dei consumatori” e ha elogiato “l’impegno dei suoi framework e i suoi utenti che hanno contribuito, nonostante le sfide, per raggiungere i risultati positivi che hanno rafforzato l’equilibrio finanziario dell’Institute.”